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fake otello verona

Fake Otello al Mura Festival

8 Luglio 2022 – ore 21 al Bastione San Zeno A Verona.

 

Presentazione

Irriverente. Cattivo. Ironico. Grottesco. In un aldilà surreale le anime di Otello, Jago ed Emilia, i tre cattivi della tragedia, si interrogano su loro stessi e sulla verità. E’ una fake news il tradimento di Desdemona? E’ vero che Emilia ha tradito Jago con Otello come sostiene lo stesso Jago? Qual è il loro peccato? Uno spettacolo che indaga, con ironia, sarcasmo e cinismo, sulle paure di tutti noi. E sulla verità nostra.

“… xè proprio vero, quando ghe se de mezo le done, no se capisse gnente”.

 

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Note di drammaturgia di Andrea De Manincor

Tre figure finite in un limbo dopo la morte, tre anime: non è inferno quello o forse sì? Sì, se dobbiamo pensare ad una sorta di sarcastico contrappasso che le distingue mentre parlano. Jago, ragionatore per eccellenza, fool e servo dell’inganno allo stesso tempo, forbitezza e ragionamento, in realtà è tornato a parlare la lingua originaria, una specie di dialetto di mare veneziano, e per  contrappasso tutto preso da sé stesso, tutto esteriore qui, mentre in vita fu sottilmente algido, glaciale nella vendetta; Emilia, la moglie di quest’ultimo, adultera ella stessa, mentre in vita professò fede e sentimento verso la giovane padrona Desdemona, qui si lascia andare al turbamento della confessione, mostrandosi palesemente infedele nei confronti di Jago, solleticando all’”avance” lo stesso Otello; ed Otello è il più “contrappassato” di tutti, dato che si mostra in un candore bianco che lo sottopone quasi ad un razzismo di converso.
Ma tutte e tre le figure subiscono la dannazione più crudele che ci si possa aspettare: rivivere la crudeltà che, per un inganno iniziale di Jago, si insinuò nelle loro vite.
E in quell’Inferno il dubbio li arrovellerà in eterno: chi ha cominciato? Chi ha innescato veramente il processo? Chi fu colpevole di cosa? E Desdemona, colta in una sorta di citazione da Carmelo Bene in un mood di sospiri erotici sonori, siamo veramente sicuri che fu scevra da colpe, per così dire?
Come sappiamo, la parola “fake” è termine che sta a significare la contraffazione, l’alterazione, la falsità, la menzogna. In un mondo dominato dalla superiore bugia inventata da Jago – o almeno così pare! – la dannazione più terribile è credere nella bugia che ci condannò anche post-mortem, ma nella “post-verità” delle anime c’è spazio per confessioni eterne, che disvelano l’animo dei protagonisti che furono – dentro, fuori, sopra e sotto il mondo – i veri artefici della concatenazione degli eventi, che portò alla tragedia d’amore della maturità di Otello.

Note di regia di Solimano Pontarollo

Proseguendo un percorso di pulizia scenica e di movimenti, mi sono permesso in questo allestimento di creare un vuoto scenico, un buio, nel quale galleggiassero gli interpreti.
Un confronto tra loro e quello che c’è al di là, indistinto, poco chiaro. Tre individui soli nel loro stare assieme, congelati nel loro spazio/ruolo, che si animano delle passioni umane in un girone dantesco di riproposizione infinita delle eterne domande sul loro agire. Un esasperante conflitto tra la nudità scenica e la grottesca rielaborazione del dramma shakespeariano, che crea esplosioni di comicità e riflessioni commoventi. E nel procedere dell’esplorazione di sé e del proprio peccato, l’elevazione ad altro da sé non riesce, diventa uno spiare da una scala che finisce nel vuoto, persi nei propri epici e spiazzanti tentativi di ricostruire la verità. Per poi trovarsi in un Ade richiamato dalle maschere greche, elaborare il lutto del peccato.

Scritto da: Andrea De Manincor da William Shakespeare
Attori: Sabrina Modenini, Andrea De Manincor, Solimano Pontarollo
Regia: Solimano Pontarollo
Disegno luci: Francesco Bertolini
Tecnico Audio Luci: Francesco Bertolini
Maschere Greche di: Marisa Dolci
Allestimento scenico: tre maschere greche e una scala autoportante in legno
Lingua: italiano
Durata: 55 minuti